Un dittico di Alfonso Gatto

Orazio e Giulia da Firenze leggono due poesie scritte da Alfonso Gatto, introdotte da un passo del poeta salernitano sul significato della Resistenza. La prima poesia, “25 aprile”, fu pubblicata nel 1946 nella raccolta “Il capo sulla neve liriche della resistenza”; la seconda, intitolata “La ballata del 25 aprile”, fu letta in tv nel 1963 da Giancarlo Sbragia ma non fu mai pubblicata ed è stata scoperta da poco dal professor Castoldi dell’Università di Pavia https://www.corriere.it/…/ballata-25-aprile-5a97ea0e-813e-1…

W il 25 Aprile


Il periodo di confinamento prolungato a cui ci troviamo sottoposti ha limitato enormemente le nostre libertà quotidiane. Libertà ottenute, libertà mantenute, libertà sottovalutate, date per scontate, libertà implicite, libertà sottintese, libertà supposte.
Proporzionalmente al panico, si propaga una nostalgica rilegittimazione dei regimi di controllo, rassicurante alternativa in questo tempo di incertezze. Libertà sospese.
Si incrina così il supposto, il sottinteso si disgela, e l’implicito viene a galla.
Il 25 aprile è una festa divisiva, si sente dire sempre più spesso. È un ricordo di parte, fazioso, schierato. Lo si dice sfruttando i registri comunicativi più beceri, consci che nell’era della post-verità tutto può essere ridefinito e riraccontato, fino a quando il nuovo racconto non riuscirà a imporsi sulla realtà stessa, creando un contenzioso, un precedente, un nuovo revisionismo. Lo si dice per creare spazi vuoti nei quali inserire nuovi contenuti: perché la democrazia, si ripete ancora e ancora, è quella cosa che permette di avere opinioni diverse e dà a tutti libertà di manifestare – e di manifestare persino posizioni antidemocratiche.
Oggi la divisione è più che mai servita. – E più che tra schieramenti o gruppi, si tratta di una divisione tra singoli individui, in questo tempo atomizzato. Il collettivo, il noi e il voi, sparisce, si frantuma tra le mura domestiche: ogni singola unità decide di festeggiare il 25 aprile come vuole, riempiendo il vuoto con contenuti rassicuranti. Il contatto fisico, la presenza in uno stesso luogo, permettevano di stringersi intorno a degli ideali preziosi. Una volta l’anno, libertà esplicitate, ringraziate, ammirate.  
Abbiamo così deciso di ringraziare anche quest’anno la libertà riconquistata, seppur virtualmente, dall’interno delle nostre case, guardando non solo indietro ma guardando anche ad oggi, per ricordarci, oggi e sempre, che nessuna libertà è acquisita a tempo indeterminato – e che nessuna libertà va data per scontata.
 
Buona liberazione, e oltre.

Annunciazione, Annunciazione!!! Svicolando 2014

!!!ATTENZIONE ATTENZIONE!!!
ALLERTA BRUCO!
ALLERTA BRUCO!

Cittadine e cittadini, Forestiere e Forestieri,
Indagini recenti attestano che un gruppo di loschi e creativi individui, pieni di entusiasmo (e occhiaie), confabula nell’umido, oscuro monolocale al numero 1 di Largo Lucidi a Subiaco.

Fonti certe ci assicurano di averli visti manipolare martelli, pennelli, pastelli, cartoni, cartacce in quantità sospetta – anche di notte.

Inoltre, i suddetti individui si aggirano tra le strade della ridente cittadina sublacense armati di biglietti della lotteria, farneticando frasi sconnesse quali: “primo fine-settimana di agosto”, “Canale Barberini” e “Comunità Giovanile”. Alcuni sostengono di averli sentiti proferire parole simili a “festa”, “giocoleria”, “teatro”, “bande musicali”; altri giurano di averli visti costeggiare con circospezione a Piazza Tozzi (alias lo Scarico), parlottando sommessamente di “gazebi”, “cucina” e “bancarelle”.

Da alcuni giorni, una bizzarra parola di fitti fili intricati è apparsa fuori dalla piccola sede della CGS… “SVICOLANDO”?!

Preoccupati da questo gerundio che da ormai sette (!) anni risuona tra le strette strade di Subiaco, lanciamo l’ALLERTA BRUCO, fiduciosi nella vostra collaborazione: I GIORNI 1.2.3 AGOSTO raccomandiamo vivamente ai cittadini sublacensi di uscire di casa, armati di figli e genitori, nonni, amici, parenti, colleghi e animali da compagnia; raccomandiamo ai forestieri di accorrere numerosi per assistere all’evento e accamparsi nell’area attrezzata.

È necessario predisporsi a un’invasione di colori, suoni, acrobazie, allegria, oggetti volanti, e chi più ne ha più ne metta; sorriso obbligatorio, benvenuta gente seria così come i perditempo.

 Tanto va il Bruco al largo che ci esce Svicolando!

[IL PROGRAMMA È IN VIA DI PERFEZIONAMENTO, VERRÀ PUBBLICATO TRA POCHI GIORNI… TENETEVI PRONTI!]

DIARO DI BRODO: VIAGGIO A BERLINO

L’ingegno e la creatività nascono dalla diversità?

Un individuo abituato ad osservare la realtà sempre e solo in un determinato modo crederà che sia quella l’unica realtà disponibile? Nel suo mondo continuerà a persistere solo quella realtà, una realtà statica e per questo innaturale?
Sappiamo tutti che una delle caratteristiche della natura, e quindi dell’uomo, è il cambiamento, l’evoluzione, la mutevolezza; quindi una città che riceve stimoli e differenti visioni del mondo  è una città naturale, a misura d’uomo, in cui non c’è timore di venire contagiato o meglio colorato dall’altro, perché l’altro, il diverso, arricchisce generando un terzo stile, un’altra realtà: il cambiamento e l’innovazione.
Forse è proprio questa la grandezza di Berlino, grandezza tangibile nella sua libertà di espressione, nel non avere pregiudizi per il diverso, per il nuovo, dove gli scalzisti prendono la metro, passando inosservati, o punk beatamente sdraiati chiacchierano in pace.

Ciò che si respira è una forte volontà di sperimentare, di provare, sicuramente derivata da una storia, pressoché recente, che ha lasciato spazi vuoti da ripensare ed ha permesso una concezione nuova della città, dell’ambiente urbano e sociale.

Berlino è la città dove ciò che era non viene abbandonato in una monumentalità sterile, sacra e intoccabile, ma ripensato per poter essere vissuto, tutelato e valorizzato. Un esempio è il Centro di Documentazione “Topografia del Terrore”: dove si trovavano la centrale di servizio della Polizia Segreta di Stato (Geheime Staatspolizei), il carcere (“Hausgefängnis”) della Gestapo, l’Ufficio centrale per la sicurezza del Reich, oggi c’é una mostra, gratuita, aperta a tutti a documentare la storia dell’area che include uno dei pochi resti del muro di Berlino, esempio di cultura e testimonianza di più di cinquant’anni formativi di storia della città.

Gironzolando nei pressi di Checkpoint Charlie, centro della città, simbolo monumentale ormai pericolosamente folcloristico della divisione tra Germania est e Germania Ovest, è possibile incontrare uffici, edifici residenziali e centri sociali.

A Kreuzberg, quartiere abbandonato dai tedeschi con la costruzione del muro, declassato a quartiere di frontiera, divenuto area degradata e vissuta da immigrati, per lo più turchi, ora c’è un quartiere vitale vissuto e colorato, spazio apprezzato da tutti, specialmente dai giovani.

Il kulturforum, nel quartiere Tiergarten, è nato da un progetto pensato per raccogliere la vita culturale e artistica di Berlino Ovest, dove oggi le grandi piazze antistanti i musei sono popolate e colorate dai visitatori e dagli skateboarders, in totale convivenza pacifica.Non ultimo c’è l’esempio di Potsdamer Platz, progetto degli anni 80, in cui si uniscono idee di conformazione di città differenti, grattacieli occidentalisti ed edifici più bassi che comunicano e si incontrano in una piazza. Sembrano tutte delle micro città a sé stanti, delle realtà diverse che vivono a forza nello stesso insieme; ma non è così: Berlino è la testimonianza di come l’armonia non nasce dall’uguaglianza, ma dalle esigenze, dalle singole e diverse esigenze di ognuno.

Berlino è una città in cui anche ogni oggetto rinasce e assolve nuove funzioni, dove una betoniera può diventare una sfera luccicante da discoteca, le cassette della frutta diventano sedie, i tavoli di un parco giochi da tavolo, le facciate di palazzi tele, quadri, manifesti di denuncia.

A Berlino ogni cosa è vista non solo per quello che è ma per quello che può diventare, e non si ha paura di provare, sperimentare, essere diverso.

Dipinto impressionista di un viaggio a Berlino- visione soggettiva- olio su tela