Resistenza nel 2020. Memoria e militanza.
Archivi categoria: 25 Aprile
Lettera ad un razzista del terzo millennio di Luigi Ciotti – 2019
Insieme siamo più forti. Kelly
Tabucchi – sostiene Pereira
“Era il 25 aprile del 1938 e Lisbona scintillava nell’azzurro di una brezza atlantica, sostiene Pereira“
Lettura tratta da “Sostiene Pereira” di Antonio Tabucchi
“Mute le lingue”
25 aprile 𝙎𝙤𝙩𝙩𝙤 𝙡’𝙤𝙢𝙗𝙧𝙖 𝙙𝙞 𝙪𝙣 𝙗𝙚𝙡 𝙥𝙤𝙨𝙩

Un dittico di Alfonso Gatto
Orazio e Giulia da Firenze leggono due poesie scritte da Alfonso Gatto, introdotte da un passo del poeta salernitano sul significato della Resistenza. La prima poesia, “25 aprile”, fu pubblicata nel 1946 nella raccolta “Il capo sulla neve liriche della resistenza”; la seconda, intitolata “La ballata del 25 aprile”, fu letta in tv nel 1963 da Giancarlo Sbragia ma non fu mai pubblicata ed è stata scoperta da poco dal professor Castoldi dell’Università di Pavia https://www.corriere.it/…/ballata-25-aprile-5a97ea0e-813e-1…
L’indifferenza è vigliaccheria.
𝙎𝙤𝙩𝙩𝙤 𝙡’𝙤𝙢𝙗𝙧𝙖 𝙙𝙞 𝙪𝙣 𝙗𝙚𝙡 𝙥𝙤𝙨𝙩
“Vivo, sono partigiano, perciò odio chi non parteggia”
interpretato da Santina Appodia – Disegno: Maria Zorbalas – Montaggio: Katia Proietti Appodia
W il 25 Aprile
Il periodo di confinamento prolungato a cui ci troviamo sottoposti ha limitato enormemente le nostre libertà quotidiane. Libertà ottenute, libertà mantenute, libertà sottovalutate, date per scontate, libertà implicite, libertà sottintese, libertà supposte.
Proporzionalmente al panico, si propaga una nostalgica rilegittimazione dei regimi di controllo, rassicurante alternativa in questo tempo di incertezze. Libertà sospese.
Si incrina così il supposto, il sottinteso si disgela, e l’implicito viene a galla.
Il 25 aprile è una festa divisiva, si sente dire sempre più spesso. È un ricordo di parte, fazioso, schierato. Lo si dice sfruttando i registri comunicativi più beceri, consci che nell’era della post-verità tutto può essere ridefinito e riraccontato, fino a quando il nuovo racconto non riuscirà a imporsi sulla realtà stessa, creando un contenzioso, un precedente, un nuovo revisionismo. Lo si dice per creare spazi vuoti nei quali inserire nuovi contenuti: perché la democrazia, si ripete ancora e ancora, è quella cosa che permette di avere opinioni diverse e dà a tutti libertà di manifestare – e di manifestare persino posizioni antidemocratiche.
Oggi la divisione è più che mai servita. – E più che tra schieramenti o gruppi, si tratta di una divisione tra singoli individui, in questo tempo atomizzato. Il collettivo, il noi e il voi, sparisce, si frantuma tra le mura domestiche: ogni singola unità decide di festeggiare il 25 aprile come vuole, riempiendo il vuoto con contenuti rassicuranti. Il contatto fisico, la presenza in uno stesso luogo, permettevano di stringersi intorno a degli ideali preziosi. Una volta l’anno, libertà esplicitate, ringraziate, ammirate.
Abbiamo così deciso di ringraziare anche quest’anno la libertà riconquistata, seppur virtualmente, dall’interno delle nostre case, guardando non solo indietro ma guardando anche ad oggi, per ricordarci, oggi e sempre, che nessuna libertà è acquisita a tempo indeterminato – e che nessuna libertà va data per scontata.
Buona liberazione, e oltre.